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Transizione energetica: contributi e tendenze delle differenti aree, ruolo della UE e impatto sull'Italia

Una transizione ecologica vede in primo piano una transizione energetica per ridurre le emissioni globali climalteranti. Tutti i settori ne sono coinvolti: trasporti, edifici ed industria (includente il sottosettore di produzione di elettricità) e presentano aspetti tecnologici, economici, sociopolitici e ambientali differenti ma sempre più interconnessi tra loro nello sviluppo di tecnologie più o meno intersettoriali.
Pur non trascurando l'importanza fondamentale dell'efficienza e dei risparmi, mi soffermerò sul settore energetico e la sua transizione che va vista a livello globale considerando le emissioni dai vari settori e le differenze e le tendenze delle diverse aree geopolitiche

Non essendo ancora disponibili i dati consolidati a livello mondiale del 2023, prendo come riferimento il 2022, caratterizzato da un trend più in linea con il passato, rispetto ad un 2021 di forte recupero dei consumi dopo la pandemia.

Sulla base degli aumenti in 10 anni, dal 2012 al 2022, della popolazione mondiale (+12%), dei consumi di energie primarie (+14%) e delle emissioni di CO2 (+7%), appare evidente l'importanza, sempre crescente, del vettore elettrico (+24%), come già evidenziato in[1] e riassunto in Figura 1, dalla quale si nota come il settore dei consumi negli edifici è quello maggiormente interessato già ora, ma anche in futuro, dall'elettrificazione, seguito in prospettiva dai trasporti.

CONSUMI DI ENERGIE PRIMARIE, EMISSIONI E PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ NEL MONDO

Nella tabella 1 sono riassunti i consumi del 2022 di energie primarie, la produzione di elettricità e le emissioni di CO2 da energia, suddivisi per area geopolitica con il loro incremento medio annuo dal 2012.

Nelle tabelle 2 e 3 vengono riassunti per area e per fonte rispettivamente i consumi di energie primarie e la produzione di elettricità. Appare evidente dalla tabella 1 la grande disparità per i consumi energetici per capita e come il successo di una transizione energetica sarà dominato dai paesi emergenti, non OCSE, che contano per l'83% della popolazione mondiale e che sono già ora responsabili di oltre i 2/3 delle emissioni globali, con un trend di aumenti medi annui nettamente superiori (2,5
%) a quelli dei paesi OCSE. In particolare il settore elettrico che vede un AAG del 4,2%, rispetto ad uno 0,3 % dei paesi OCSE ed un -0,4% della UE .Ciò è dovuto agli attuali bassi consumi energetici in vari paesi non OCSE che necessitano di un forte incremento per consentire un indispensabile sviluppo sociale delle loro popolazioni.

Varie di esse sono, infatti, in situazioni di povertà estrema che dovrebbero richiamare seri interventi da parte del mondo sviluppato, affinché energia e sviluppo non siano dominio e privilegio di pochi, ma equamente distribuiti a livello globale.

L'Africa, in particolare, ha attualmente una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti (saranno 2,5 nel 2050), segna un consumo pro
capite di energie primarie pari a 1/12 di quello dei paesi OCSE e 1/20 di quello degli Stati Uniti, un consumo pro capite di elettricità che in 20 delle sue nazioni è inferiore a 100 kWh/anno e in 10 inferiore a 60 kWh/anno (in Italia questo valore è di 5000 kWh/anno).

L'età media degli africani è di 19 anni. Si può notare come nelle energie primarie a livello mondo le 3 fonti fossili presentino nel 2022 una quota dell'81,9%, rispetto ad un 82,2 % del 1965 e dell'85% nel 2000, mostrando come il processo di decarbonizzazione a livello globale sia lento, nonostante la rapida evoluzione delle rinnovabili al di fuori dell'idroelettrico, che hanno raggiunto un 7,5% nel 2022, sorpassando la produzione idro. Eolico e solare sono passati infatti da uno 0% del 2000, rispettivamente al 3,2% e 2,1 % del 2022.

Il petrolio, praticamente uscito dal settore elettrico, mantiene il primato a causa dei suoi impieghi nei trasporti e nel petrolchimico, con una quota del 31,6%, seguito dal carbone al 26,8% e dal gas al 23,5%.

Nel settore della produzione lorda di elettricità, riportata in tabella 3, le fonti fossili vedono una quota del 60,6% nel 2022 (ben inferiore a quella delle energie primarie), rispetto al 64% nel 1985 ed al 65,3% nel 2000.

Il carbone domina a livello mondiale con una quota al 2022 del 35,4%, trainato dai paesi non OCSE, seguito dal gas al 22,7% e dall'idroelettrico al 14,9%, che sta per essere superato dalle FER differenti dall'idroelettrico.

Queste hanno raggiunto il 14,4 %, con l'eolico al 7,2% e il solare al 4,1%.

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