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Effetti delle lavorazioni del terreno sulla degradazione dei residui colturali e sulle caratteristiche chimiche

L’attività di ricerca ha avuto come oggetto l’influenza di tre tecniche di lavorazione del terreno sulla produttività delle colture di frumento, mais e soia, sulla gestione dei residui colturali e alcune caratteristiche chimico-fisico e biologiche del suolo. La prova si è svolta nel Polesine presso l’azienda pilota e dimostrativa Sasse-Rami di Veneto Agricoltura a Ceregnano (Rovigo) su appezzamenti con sistemazione idraulico agraria “larga alla ferrarese”, su terreni di origine alluvionale con tessitura limoso-argilloso e matrice calcarea. Le tre tecniche di lavorazione comparate identificano tre modalità operative adottate dagli agricoltori e si identificano nella lavorazione tradizionale con aratura alla profondità di 35 cm con interramento totale del residuo colturale e successivo intervento per l’affinamento superficiale allo scopo di preparare un ottimale letto di semina.

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Articoli tecnico scientifici o articoli contenenti case history
Fonte: Tesi di Dottorato di Ricerca in Territorio, Ambiente e Salute, Padova 2013
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