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La Termotecnica, marzo 2018
Pubblicato
da Alessia De Giosa
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Tecnica 64 LA TERMOTECNICAMARZO 2018 Combustibili & Sicurezza INTRODUZIONE L'Unione Europea ha definito dei nuovi obiettivi, nell'ambito del quadro per il clima e l'energia, che devono essere centrati entro il 2030. Tra questi è presente la copertura, mediante l'utilizzo di fonti rinnovabili, di una quota pari al 27% del consumo energetico. In questo contesto pos- sono rivestire un ruolo strategico i biocombustibili, tra i quali va anno- verato il bioetanolo, prodotto da biomasse. Da ciò nasce un'attenzione verso l'analisi delle conseguenze di eventi incidentali (prevalentemente pool fire), derivanti da rilasci accidentali di questo vettore energetico, poiché esso è classificato come un liquido facilmente infiammabile ai sensi del Regolamento CE 1272/2008. In Italia il Ministero dell'Am- biente e quello dello Sviluppo Economico hanno proposto il nuovo rego- lamento per la semplificazione delle procedure di autorizzazione degli impianti di produzione di biocarburanti, le cosiddette 'bioraffinerie' (Decreto 9 Ottobre 2013, n. 139). Tale Decreto disciplina gli impianti di seconda e terza generazione per la produzione di biocarburanti e prodotti biochimici ad alto valore aggiunto e snellisce gli iter burocratici per questi insediamenti produttivi, col duplice scopo di promuovere le 'bio-produzioni' nel nostro Paese e facilitare gli investimenti nel settore, consentendo di estendere ad altri siti le esperienze costruttive e di eser- cizio acquisite in impianti già autorizzati. L'impianto, che è stato esa- minato nel lavoro, è una bioraffineria di seconda generazione, situata a Crescentino, che produce bioetanolo (la sua capacità produttiva è di 40000 t/anno) utilizzando biomasse lignocellulosiche, non destinate al consumo alimentare, e residui agricoli. Tale biocombustibile viene miscelato in proporzioni variabili nei carburanti per l'autotrazione, nonché venduto da solo per numerose applicazioni industriali e civili (riscaldamento). Lo sviluppo di questi nuovi insediamenti produttivi (bioraffinerie) pone, però, alcuni problemi di valutazione e gestione del rischio, che vanno attentamente considerati, onde evitare incidenti, che potrebbero generare ripercussioni negative su un settore molto interessante per l'economia nazionale per svariati motivi (indipenden- za energetica, valorizzazione di terreni marginali per la produzione agro-industriale, sviluppo occupazionale in tutta la filiera impiantistica, etc.). Il presente lavoro, prendendo spunto dal crescente interesse verso la nuova realtà delle bioraffinerie, è focalizzato sulla valutazione delle conseguenze sulla salute delle persone di un pool fire, originato dal rilascio accidentale di bioetanolo dalla pompa di trasferimento. In particolar modo, mediante l'applicazione di uno specifico software (Effects), viene studiato l'andamento del flusso termico sprigionato (espresso in kW/m2 ) e viene caratterizzata la geometria della fiamma in funzione del grado di oscuramento della superficie radiante, causato dal particolato incombusto, e dei principali parametri meteorologici (velocità del vento e umidità relativa dell'aria). Infatti, ai fini dell'analisi di rischio di un pool fire, non può essere sottovalutato l'esame delle caratteristiche geometriche della fiamma (in particolar modo la sua lun- ghezza), poiché queste potrebbero interessare elementi degli impianti industriali, contenenti composti pericolosi (tossici, infiammabili, etc.), generando possibili effetti domino, che spesso fungono da amplificatori delle conseguenze degli incidenti nell'industria di processo. MATERIALI E METODI L'analisi delle ripercussioni del pool fire di bioetanolo è stata condotta mediante l'utilizzo del software Effects, sviluppato dal TNO, che ha consentito di valutare l'influenza del livello di oscuramento (parametro adimensionale indicato dalla lettera ') della superficie radiante, dovuto al particolato incombusto. Questo aspetto è particolarmente rilevante, poiché gli incendi di etanolo presentano delle caratteristiche estrema- mente diverse da quelli di idrocarburi per quanto concerne il tasso di produzione di fuliggine. Infatti nel caso dell'etanolo vi è un'esigua formazione di particolato incombusto e la fiamma risulta generalmente 'pulita', mentre l'accensione di idrocarburi è caratterizzata da fiamme fumose, in cui la superficie emettente è parzialmente coperta e ciò determina una riduzione dell'irraggiamento trasmesso. Per valutare di R. Lauri, B. Grospietro Produzione di bioetanolo - Analisi delle conseguenze di un evento incidentale derivante dalla perdita di una pompa Negli ultimi anni si è verificato un crescente utilizzo di bioetanolo per sostituire i combustibili fossili con quelli rinnovabili. Un tema molto importante è che la radiazione termica prodotta da un incendio di etanolo può essere significativamente più grande di quella di un incendio di un derivato del petrolio. L'articolo è basato sulla valutazione delle conseguenze di un incendio di una pozza di bioetanolo. Lo studio è stato finalizzato a determinare la configurazione geometrica della fiamma e l'irraggiamento prodotto, come funzione dei parametri meteorologici. BIOETHANOL PRODUCTION: ANALYSIS OF THE OUTCOMES OF AN ACCIDENT DERIVING FROM PUMP LEAKAGE In the last years there has been a growing use of bioethanol in order to replace fossil fuels with renewable fuels. A very important topic is that the heat flux from an ethanol fire can be significantly higher than that of a petroleum fire. The paper is based on assessment of outcomes of a bioethanol pool fire. The study has been aimed at determining the geometrical configuration of the flame and thermal radiation as functions of meteorological parameters. Ing. Roberto Lauri - INAIL Ricerca, Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti e Insediamenti Antropici Dott.ssa Barbara Grospietro - Italian Bio Products (Gruppo Mossi-Ghisolfi) TecnicaLA TERMOTECNICAMARZO 2018 65 Combustibili & Sicurezza questo fenomeno, sono stati considerati per la grandezza ' i seguenti valori: 0,1 (10%), 0,2 (20%) e 0,3 (30%). PERDITE DALLE TENUTE DI POMPE: CAUSE PRINCIPALI Nelle pompe centrifughe sono presenti alberi rotanti, sui quali l'elemen- to di tenuta deve minimizzare la fuoriuscita del fluido da un ambiente verso un altro (generalmente l'atmosfera). Infatti, nonostante lo sviluppo tecnologico abbia proposto diverse soluzioni per realizzare le tenute, dei trafilamenti, seppur ridotti, sono sempre presenti. Le perdite di una tenuta possono essere calcolate teoricamente e dipendono da molti fattori, quali la velocita di rotazione dell'albero, la pressione, la natura del liquido, ma anche da aspetti meccanici, che riguardano la macchina, su cui viene installata. Di seguito si riportano le cause più frequenti, responsabili di fuoriuscite di fluido dalle tenute delle pompe: -rottura della tenuta; -tubazioni, che gravano sulla turbomacchina operatrice; -insufficiente lubrificazione; -errata installazione della pompa, che può dar vita a vibrazioni. Questi fenomeni vibratori sono dovuti anche a: -cuscinetti difettosi; -cavitazione; -portata eccessiva di liquido. IL CASO STUDIO: POOL FIRE DERIVANTE DA RILASCIO DI BIOETANOLO DA POMPA DI TRASFERIMENTO L'evento incidentale, di cui sono state studiate le possibili conseguenze, è il pool fire, derivante dal rilascio di bioetanolo dalla pompa centrifuga 4408 (figura 1) dedicata al carico dei vagoni ferroviari. L'emissione del biocombustibile è dovuta alla perdita dalle tenute della turbomacchina operatrice, che è caratterizzata dai seguenti parametri operativi: -portata nominale=75 m3/ h; -prevalenza= 25 m; -pressione di esercizio=2,5-3 bar. Lo studio è stato finalizzato a valutare l'andamento e la variazione dell'irraggiamento (q) e a caratterizzare la geometria della fiamma (in termini di allungamento del suo diametro nella direzione del vento, lunghezza e inclinazione), in funzione di ' e della velocità del vento (v). Il software utilizza la seguente equazione per calcolare q: In cui: -E (kW/m2) indica l'emissività superficiale della fiamma, che dipende da v per quanto concerne i parametri meteorologici; - t a (parametro adimensionale) è la trasmissività atmosferica, che indi- ca la frazione di energia trasmessa dall'atmosfera verso il bersaglio ed è influenzata sia dalla distanza che dall'umidità relativa dell'aria; -F (parametro adimensionale) rappresenta il fattore di vista (view factor), che dipende dalla velocità del vento, dalla geometria della fiamma e dalla distanza esistente tra elemento radiante e bersaglio e consente di valutare la quota del flusso termico, che può investire un potenziale recettore. La velocità del vento è stata desunta dall'Atlante eolico dell'Italia, dalla cui consultazione è stato riscontrato un valore medio annuale di v inferiore a 3 m/s alla quota di 25 m per la località di Crescentino. Pertanto nel caso studio sono stati considerati i valori di 3, 4 e 5 m/s. Poiché il software richiede come input la velocità del vento riferita a 10 m di altezza, è stata effettuata la conversione applicando la seguente equazione: Dove: -v(z) è la velocità del vento (espressa in m/s ) alla quota z; -v 10 indica la velocità del vento all'altezza di 10 metri; -p è un parametro adimensionale, che dipende dalla tipologia dell'am- biente. In questa circostanza, essendo il territorio a carattere rurale, è stato posto p=0,07. Nella tabella 1 sono riportati i valori calcolati. In tutti i casi esaminati è stata assunta un'umidità dell'aria pari al 50% e come direzione prevalente, in cui spira il vento, la nord. È bene precisa- re che la geometria della fiamma è influenzata solamente dalla velocità del vento, facendo riferimento ai parametri meteorologici. Mediante Effects è stato applicato un modello a doppio strato (two-layers model) FIGURA 1 - Pompa dedicata al carico dei vagoni ferroviari (1) (2) Tecnica 66 LA TERMOTECNICAMARZO 2018 Combustibili & Sicurezza per calcolare l'emissività superficiale. Tale modello permette di consi- derare l'effetto di schermatura della fiamma, causato dal particolato incombusto (fiamma fumosa), che tende a ridurre l'energia termica trasmessa. Con questo approccio metodologico la superficie radiante viene divisa in due parti, quella inferiore, non schermata, a cui è asso- ciata la massima emissività superficiale (E MAX), e quella superiore, che risente del fenomeno di oscuramento, provocato dal fumo: Dove: - - ' indica la frazione della superficie emettente coperta dal particolato; -E p (kW/m 2 ) rappresenta l'emissività del particolato. RISULTATI E DISCUSSIONE Ai fini dello studio del rilascio e della successiva stima delle conse- guenze del pool fire è stata esaminata la tubazione (la sua lunghezza è pari a 15000 mm), che collega il serbatoio TK 4406 (figura 5) alla pompa 4408. A tal proposito è stata ipotizzata, dopo la consultazione dei dati riportati in letteratura, la formazione di un foro di emissione, avente un diametro (D f) pari al 10% di quello della condotta. Il flusso termico è stato valutato all'altezza di 1,7 m rispetto al suolo al fine di considerare la possibile presenza di persone. Nella seguente tabella 2 si riportano i valori delle grandezze utilizzate per lo studio del rilascio del bioetanolo dalla turbomacchina operatrice. Con tali parametri è stata ricavata, mediante il software Effects, una portata massica rilasciata pari a 1,48 kg/ s, che genera nel bacino di contenimento una pozza, avente un volume di circa 1,15 m3 e un'area di circa 77 m2 (il diametro della pozza è pari a 9,9 m). Per quanto concerne la valutazione degli effetti del pool fire sono state prese dalla letteratura le soglie riportate in tabella 3 ed è stato assunto un tempo massimo di esposizione pari a 60 secondi. I risultati dello studio condotto, vengono mostrati nelle figure 2, 3 e 4, illustranti rispettivamente l'andamento della trasmissività atmosferica (t a), del fattore di vista (F) e dell'irraggiamento (q) in funzione della distanza dal centro della fiamma, del parametro ' e della velocità del vento. Dalle figure 2 e 3 emerge il fatto che le curve descrittive dei trend di t a e F tendono a sovrapporsi. Ciò è riscontrabile anche per l'andamento del flusso termico trasmesso, ma solamente a partire dalla distanza di circa 10 m dalla fiamma. Dall'analisi della figura 4 si evince che le ripercussioni del pool fire sono contenute entro 20 m dalla fiamma, poiché, per i nove casi esaminati, a tale distanza il flusso termico ha un valore massimo di 1,45 kW/m2 (in una sola circostanza), mentre gli altri sono compresi tra 1,1 e 1,39 kW/ m2. Facendo riferimento alle soglie di 12,5 kW/m2, 7 kW/m2, 5 kW/m2 e 3 kW/m2 sono stati definiti, attraverso la simulazione effettuata, dei range (la loro estensione è risultata limitata) per le distanze massime, alle quali sono riscontrabili i suddetti valori dell'irraggiamento (tabel- la 4). L'emissività superficiale ha subito delle variazioni confrontabili in funzione di ' e di v. Infatti, a parità di velocità del vento, l'incre- mento di ' da 0,1 a 0,3 ha determinato un decremento dell'emissività superficiale di circa il 7% per v=2,8 m/s, del 7,6% per v=3,7 m/s e del 8% per v=4,7 m/s. Invece, a parità di livello di schermatura della fiamma, il passaggio di v da 2,8 m/s a 4,7 m/s ha causato un aumento di E pari al 7,2% per '=0,1, al 7,1% per '=0,2 e al 6,2% per '=0,3. Ciò discende dall'algoritmo utilizzato per calcolare E max, in cui c'è una proporzionalità inversa tra L f (lunghezza della fiamma) e E max (il decremento di Lf comporta una crescita dell'emissività super- ficiale massima a parità delle altre grandezze fisiche). Come è lecito aspettarsi l'aumento della frazione della superficie radiante coperta dal particolato determina una riduzione dell'incremento di E. In figura 5 vengono infine rappresentate graficamente le zone di im- patto dell'incendio da pozza, che sono state tarate sui valori di 12,5, 7 e 5 kW/m2, poiché sono quelli, a cui si associano le conseguenze più gravi. In particolare le aree delimitate dal colore celeste sono riferite alla soglia di 12,5 kW/m2, quelle dal grigio a 7 kW/m2 e quelle dal blu a 5 kW/m2. Facendo riferimento al valore di 12,5 kW/m2 si nota che l'irraggiamento è in grado di minare l'integrità strutturale dell'adiacente pompa di trasferimento 4407 (la distanza tra le due Quota di riferimento (z=25 m) Quota di riferimento (z=10 m) Velocità del vento (m/s) 3 2,8 4 3,7 5 4,7 TABELLA 1 - Conversione della velocità del vento (3) ParametriValori densità del bioetanolo (kg/m3) 781 temperatura di rilascio (°C) 30 lunghezza della tubazione (mm) 15000 diametro della tubazione (mm) 152 diametro (D f) del foro (mm) 15,2 volume di bioetanolo nel serbatoio (l) 1198285 grado di riempimento del serbatoio (%) 82 coefficiente di scabrezza della tubazione (mm) 0,045 coefficiente di efflusso 0,7 durata del rilascio (s) 600 TABELLA 2 - Rilascio di bioetanolo da pompa: parametri utilizzatiEffettiValori di soglia [kW/m2] elevata letalità/danneggiamento di serbatoi metallici 12,5 inizio letalità 7 lesioni irreversibili 5 lesioni reversibili 3 nessuno per persone vestite, anche per lunghe esposizioni 1,4 TABELLA 3 - Effetti degli incendiTecnicaLA TERMOTECNICAMARZO 2018 67 Combustibili & Sicurezza FIGURA 2 - Andamento della trasmissività atmosferica FIGURA 3 - Andamento del fattore di vistaTecnica 68 LA TERMOTECNICAMARZO 2018 Combustibili & Sicurezza turbomacchine è di 1,5 m) e delle tubazioni limitrofe (presenti nel raggio di 11 m) in cui fluisce il bioetanolo, costituendo una possibile sorgente di innesco di potenziali effetti domino. Di questo fatto, come di altre simili criticità riscontrate, si è tenuto conto durante la fase di scelta e dimensionamento del sistema antincendio a protezione del deposito. Il software Effects permette di considerare la fiamma come un emettitore solido cilindrico (tutta la sua superficie partecipa alla radiazione) e ne consegue un avvicinamento più consistente alla re- altà rispetto al modello 'puntiforme', che assume che tutta l'energia venga irraggiata dal centro geometrico della superficie radiante. Lo studio è stato completato con la definizione delle caratteristiche geometriche della fiamma, che risultano influenzate dalla variazione di v. A tal proposito si riportano in tabella 5 i valori calcolati per D d (allungamento del diametro della fiamma nella direzione del vento), L f e ' (angolo di inclinazione). Il passaggio di v da 2,8 m/s a 4,7 m/s determina un incremento di D d pari al 7,2%, un decremento della lunghezza della fiamma pari al 11,1% e un aumento del 14,9% di '. CONCLUSIONI L'entità dei danni derivanti da un evento incidentale può essere quantifi- cata solamente per mezzo di un'accurata modellazione delle conseguen- ze dell'evento stesso. Purtroppo i risultati di questi studi sono affetti da un inevitabile grado di incertezza a causa della natura stessa dello scenario incidentale. Infatti è generalmente possibile effettuare solamente una stima approssimativa di alcuni fattori, che influenzano le ripercussioni dell'incidente: caratteristiche geometriche della sorgente di emissione (ad esempio la dimensione del foro presente in una tubazione o in un serbatoio), incompleta rappresentazione dei fenomeni chimico'fisici descritti nel modello di simulazione utilizzato, etc.. Infatti se il rilascio avviene attraverso un dispositivo di scarico di emergenza (ad esempio una valvola di sicurezza) la sezione è nota, mentre se si ipotizza una rottura la dimensione deve essere ipotizzata sulla base della tipologia di Irraggiamento [kW/m2]Range individuato [m] 12,5 10-11 7 12-13 5 12-14 3 14-16 TABELLA 4 - Distanze di impatto del pool fire (bioetanolo)FIGURA 4 - Andamento dell'irraggiamento Velocità del vento [m/s] D d [m] L f [m] T [°] 2,8 12,5 6,3 47 3,7 12,9 5,9 51 4,7 13,4 5,6 54 TABELLA 5 - Caratteristiche geometriche della fiammaTecnicaLA TERMOTECNICAMARZO 2018 69 Combustibili & Sicurezza incidente analizzata (per esempio, rottura di un tronchetto di tubazione, perdita da flangia, pompa, etc.). In questi casi la consultazione dei dati, riportati in letteratura, può costituire un ragionevole compromesso, ma non vi è un consenso generale sulla sezione di rottura da ipotizzare. Nello studio degli incendi di etanolo l'applicazione di un modello a doppio strato per valutare l'entità dell'irraggiamento è particolarmente vantag- giosa, poiché essi sono caratterizzati da una modesta produzione di particolato incombusto e questo ha un indubbio beneficio sulla riduzione del margine di incertezza dei risultati, che potrebbe essere ulteriormente ridotto con l'utilizzo di modelli CFD. RINGRAZIAMENTI Si ringrazia il Gruppo Mossi-Ghisolfi per la collaborazione. BIBLIOGRAFIA 1. Accardi D., Lauri R., Pietrangeli B. (2015) Comparative study in the safety aspects of the production of ethanol from renewable and non- renewable sources. Procedia Environmental Science, Engineering and Management 2: 149-153. 2. Babrauskas V. (1983) Estimating large pool fire burning rates. Fire Technology 19: 251'261. 3. Lauri R., Verna L., Paiardini G. (2017) Analisi delle conseguenze di evento incidentale in un deposito di idrocarburi. La Termotecnica 8: 66-69. 4. Lautkaski R. (1992) Validation of flame drag correlations with data from large scale pool fires. Journal of Loss Prevention in the Process Industries 5: 175-180. 5. National Institute of Public Health and the Environment (2005) Gui- delines for Quantitative Risk Assessment. Holland: CPR. 6. Persson H. and Amon F. (2012) Fire protection of ethanol storage plants. Industrial Process Safety 1: 4-7. 7. Rew P.J., Hulbert W.G., Deaves D.M. (1997) Modelling of thermal radiation from external hydrocarbon pool fires. Institution of Chemi- cal Engineers 75: 81-83. 8. RSE. (2017) Interactive Wind Atlas. Disponibile su: www.atlantee- olico.rse-web.it. 9. SFPE (2016) SFPE Handbook of Fire Protection Engineering. Gre- enbelt: Morgan Hurley J. 10. TNO (2005) Methods for the Calculation of Physical Effects. The Hague: Van den Bosch C.J.H., Weterings R.A.P.M. FIGURA 5 - Rappresentazione grafica delle aree di impatto del pool fire
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